#ATUXTU con il terzino neroverde Andrea Marchio
Da un girone all’altro. Quasi catapultato in una tanto nuova quanto inaspettata dimensione calcistica. Da bianco blu a neroverde. E chi se lo aspettava? Eppure non si direbbe che Andrea Marchio, acquisto della finestra invernale di mercato, viaggia da solo un paio di mesi sulle ali della Castellanzese. Eppure quei colori sembra averli sempre avuti cuciti addosso, pronto a decollare con la sua nuova squadra verso un unico traguardo: la salvezza.
Benvenuto Andrea. La tua storia è un particolare, se non altro per ciò che riguarda il tuo trasferimento alla Castellanzese. Raccontaci come è andata?
Da giugno a dicembre ho giocato a Savona e mi sentivo parte del progetto anche perchè ho trovato molto spazio a livello di minutaggio. Poi qualcosa è cominciato ad andare storto e per via di alcune dinamiche societarie, mi sono trovato a considerare di trasferirmi in un’altra squadra. Ho ricevuto la chiamata del direttore Asmini ed ho subito notato la serietà di questa società. Infatti qui la squadra è molto curata sotto tutti gli aspetti, anche banalmente quello medico. Non tutte le squadre di Serie D sono così perciò la Castellanzese è sicuramente un passo avanti.
Conoscevi già alcuni dei tuoi compagni attuali? Hanno inciso sulla tua scelta?
Ai tempi delle giovanili ho giocato con Christian Colnaghi, Stefano Banfi e anche Pietro Fusi nelle diverse esperienze che ho fatto. E, sì, sicuramente il fatto che loro fossero qui ha inciso sulla mia decisione. Siamo veramente un bel gruppo, ho avuto e continuo ad avere sensazioni molto positive.
Quando sei arrivato in neroverde qui che tipo di squadra hai trovato?
Io sono arrivato nel periodo in cui c’è stata la svolta, più o meno in coincidenza con il derby a Legnano. La classifica allora non rispecchiava il nostro valore. Mi sembrava davvero strano che fossimo così in basso, che questa squadra non occupasse posizioni più alte in classifica. Dopo la vittoria con il Legnano ho cominciato ad allenarmi con la squadra e ho notato grande coesione e qualità nel gruppo. Sono tutti ragazzi che cercano di dare il massimo. Tutti un obiettivo comune.
Ti abbiamo visto andare in avanti più e più volte durante la partita. Il cambio di modulo è stato per te un incentivo?
Probabilmente sì. Io nasco come terzino, ma ovviamente mi piace molto giocare sull’ala perché riesco ad andare in attacco molto più spesso e crossare oppure ad avere delle occasioni da gol io stesso, come è capitato domenica a Ponte San Pietro.
Dopo il pareggio della scorsa giornata, domenica arriva il Seregno. Come ti aspetti la partita e il cammino della Castellanzese da qui alla fine?
Siamo una squadra che se la sa giocare con tutte e lo abbiamo dimostrato. Anche se il Seregno non è ai vertici, è una squadra tosta da affrontare. Noi non dobbiamo mollare. Dobbiamo fare in modo di portare a casa più punti possibili, lavorando in settimana con il mister e cercando di concretizzare in partita. Le vittorie di certo ci hanno aiutato a livello di fiducia, ma non possiamo fermarci ora.
Cosa cambia dal girone “ligure” (Girone A) a quello “lombardo” (B)?
Secondo me il Girone B è più complicato perché ci sono le squadre bergamasche che non mollano mai. Sono famose per questo loro spirito combattivo, e lo stiamo vedendo. Loro cercano sempre di lottare per vincere, mettendo il confronto sulla fisicità. Forse qui le squadre sono più solide rispetto a quelle del Girone B.
Cosa significa per te il calcio?
Gioco da quando ho cinque anni. Devo dire che questo sport mi ha aiutato a crescere, sono andato a giocare due volte fuori casa, al Savona e alla Sampdoria e in entrambe le esperienze mi sono allontanato dalla famiglia già da piccolo. E’ una passione che ho fin da quando ero piccolo perciò giocare per me è come vivere un sogno.