L’intervista ai due capitani dell’Under 19
Edoardo Praderio e Alessio Cesaro: eccoli qui i due capitani e elementi fondamentali della Juniores Nazionale della Castellanzese. Due leader che hanno sempre saputo convivere e spronare i compagni.
EDOARDO PRADERIO
“Fin dall’inizio si è creato un grande gruppo, anche e soprattutto, grazie al lavoro dello staff che ci ha permesso di lavorare benissimo. L’entusiasmo iniziale ci ha portato a trovare una sola sconfitta fino a metà dicembre, poi c’è stata una flessione che era prevedibile…Nel momento che contava però ci siamo ritrovati e nonostante la lunga stagione, abbiamo raggiunto l’obiettivo. Abbiamo buttato il cuore oltre l’ostacolo e contro il Ponte San Pietro avremmo meritato noi: la semifinale a Livorno doveva essere nostra per quello dimostrato in campo.
Siamo una vera famiglia: ci siamo sempre aiutati e io giocherei con questi ragazzi altre mille stagioni. Da leader sono orgoglioso di questa squadra, di quello che abbiamo fatto e costruito.
La fascia del passaporto ematico? Diciamo che ci ha fatto sentire una bandiera, i rappresentati di un messaggio importante della società e siamo orgogliosi di averla portata. Una fascia così si dà a una squadra rappresentativa e noi quest’anno lo siamo stati. Io e Cesaro non abbiamo avuto mai mezzo screzio; siamo stati due capitani in campo anche se uno solo indossava la fascia”.
ALESSIO CESARO
“Siamo tutti forti uguali e non abbiamo bisogno di un fenomeno; ogni settimana c’è stato un protagonista diverso e alla fine la forza è sempre stato il gruppo. Abbiamo provato tantissime emozioni, la maggior parte belle anche se quelle brutte non sono mancate. io sono soddisfatto e orgoglioso del gruppo, siamo partiti come una squadra che poteva arrivare ai playoff, e invece abbiamo vinto. Non abbiamo mai sottovalutato nessun avversario; l’obiettivo lo abbiamo costruito man mano, la flessione era normale e ci ha fortificato ancora di più: ci è servito a valutare sempre di più l’avversario tenendo i piedi per terra. La fascia del passaporto ematico? È stata una responsabilità in più, perché rappresenti prima la società e poi la squadra e penso che siamo stati bravi a trasmettere un messaggio e ad essere una bandiera della Castellanzese. Io sono felice di averla condivisa con Edo perché siamo sempre stati due capitani e sicuramente questa è stata una forza in più. È stato facile giocare 30 partite perché in quel caso devi sempre stare sul pezzo, ma “tanta roba” per chi ha giocato meno; siamo sempre stati considerati allo stesso modo ed è grazie a loro che abbiamo vinto perché erano pronti a subentrare e a fare il loro”.