Galassia Neroverde: il pianeta Airoldi

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L’intervista alla nostra affiliata

Il progetto Galassia Neroverde si sta sempre più allargando e quindi è tempo di andare a scoprire tutte le realtà che hanno deciso di sposarlo.

Il nostro viaggio nella Galassia Neroverde continua con l’Airoldi, che dallo scorso anno è entrato nell’orbita del progetto. Presso la realtà sportiva il calcio arriva ad inizio anni ’50 era già presente una realtà calcistica – la Dino Airoldi – ma è nel 1972 che viene fondata la Polisportiva Airoldi; oggi la società conta circa 250 atleti (tutte le categorie presenti eccetto l’Under 14), 60 ragazze in 4 squadra (Under 10, 12, 15, 17).

A raccontare l’ingresso in Galassia Neroverde, è il presidente dell’Airoldi, Pietro Dozio.

Cosa vi ha spinto a sposare il progetto Galassia Neroverde?

Sicuramente il fatto di poter collaborare con persone preparate e poterci confrontare con allenatori competenti perché uno degli scopi è quello di migliorare l’approccio dei nostri istruttori con i ragazzi e raccogliere nuove informazioni che possono fare la differenza. Abbiamo frequentato la Castellanzese come società, anche prima dell’affiliazione, e i riscontri sono sempre stati ottimi. Questo ci ha convinto sempre più che collaborare con una realtà come la Castellanzese, e per noi è assolutamente un’ottima cosa. Siamo una società provinciale, e alcuni dei nostri ragazzi sono potuti andare a Castellanza per provare una nuova esperienza.

Quanto pensate che la collaborazione con la Castellanzese possa dare alla vostra realtà sportiva?

Certamente una preparazione ulteriore per poter migliorare le conoscenze dei nostri allenatori. Visti gli aumenti dei numeri vogliamo avere e proporre allenatori che abbiano una preparazione di base (Uefa C e corsi al CSI) e la partnership con la Castellanzese ci offre un confronto con allenatori e istruttori che hanno esperienza e una preparazione migliore. Quando qualcuno fa un allenamento o uno stage con la Castellanzese trovo riscontro perché tutti imparano qualcosa di nuovo; e soprattutto qualche ragazzo che ha qualche ambizione in più può andare a provare, e questo può essere uno stimolo per lo stesso giocatore.

Relativamente al livello di organizzazione, quali sono i punti su cui state lavorando?

La Polisportiva è strutturata con il settore calcio (il più grande) dove io sono presidente, ma abbiamo anche il settore basket che si allenano nella palestra dedicata a Carlo Airoldi, a cui la stessa società è dedicata (Airoldi fu un maratoneta di Origgio che andò a piedi per partecipare alla prima olimpiade, ma non potè partecipare a causa di un compenso percepito in una gara sostenuta), poi gli altri settori sono pattinaggio, arti marziali, atletica e ginnastica per adulti.

Soffermandoci sulla parte tecnica, quanto è servito questo primo anno di affiliazione? Quali riscontri avete avuto?

Riscontri li ho dai vari responsabili del settore, Francesco Panunzio in primis, ed è lui che mi riferisce ogni cosa. Questi incontri sono serviti e servono per migliorare la tecnica dei nostri allenatori: sia l’approccio in allenamento che quello con i ragazzi. Noi non facciamo selezione nella parte pre agonistica, e cerchiamo di insegnare a giocare a calcio, ma gli allenatori devono essere in primis educatori e poi istruttori. Per noi il calcio e lo sport in generale devono essere un veicolo per trasmettere dei valori.

L’Airoldi è una realtà che vanta il calcio femminile, quanto è importante questo aspetto e quanto può esserlo nell’orbita Galassia Neroverde?

Penso che per la Castellanzese possa essere una cosa molto importante, anche perché non sempre si arriva a squadre professionistiche, ecco in questo modo ogni bambina, ogni ragazza ha modo di poter giocare a calcio. Noi abbiamo provato a raccogliere le aspirazioni di tante ragazze che volevano praticare questo sport. Mio figlio, un classe ’99, aveva una compagna che giocava con lui, ma non poteva vivere lo spogliatoio; il fatto di avere squadre femminili permette di far vivere a 360° il calcio anche alle ragazze: dallo spogliatoio al campo. Siamo l’unica realtà femminile nella zone, tante delle nostre atlete infatti vengono da fuori. Le ragazze le vediamo: sono più determinate e ci mettono più impegno: non mancano mai ad un allenamento e danno il massimo.

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