Dopo aver approfondito l’analisi di tutte le nostre categorie dell’agonistica, facciamo un salto indietro, solo cronologicamente, per approdare nel mondo degli Esordienti 2007. Guidati da mister Salvo Realmuto con cui abbiamo toccato argomenti di grande importanza in una categoria come quella da lui allenata. Si tratta di un ritorno, o quasi, dopo una lunga carriera da allenatore girando per alcune società prestigiose della zona come Roncalli e Legnano. Smessi gli scarpini da calciatore neroverde, il nostro mister è tornato tre anni fa a Castellanza in veste di allenatore. E oggi ci racconta la sua squadra.
Siete quasi a metà stagione. E’ soddisfatto del lavoro svolto fin qui?
Il girone è di alto livello e ogni partita affrontiamo squadre molto importanti. Ciò permette di avere degli incontri molto avvincenti e al di là del punteggio finale per noi istruttori diventa importante valutare la prestazione contro squadre di livello. E in questo senso i bambini non hanno mai tradito le attese. Il gruppo non ha mai avuto problemi a livello di spogliatoio. Per i bambini essere amici oltre che compagni di squadra è molto importante perchè poi facilita il lavoro in campo. Ed è uno degli aspetti fondamentali su cui mi focalizzo lavorando con i miei dirigenti. Ci sono stati molti cambiamenti rispetto allo scorso anno ma anche sotto l’aspetto tecnico direi che siamo a buon punto. Ci sono certo delle individualità che spiccano sulle altre e sono di buon auspicio per quando arriveranno nella fascia agonistica, cioè tra due anni.
Quali sono i vostri obiettivi stagionali?
Gli obiettivi non sono solo calcistici. Non bisogna mai dimenticare che il gruppo è passato al calcio a 7 e si sta avvicinando a quello a 11, e in quel caso l’obiettivo è quello di far capire che la prima cosa è la collaborazione e il gioco di squadra. Diventa importante anche la conoscenza del proprio corpo, quindi sviluppare l’ambito motorio. Altra cosa molto importante è che i bambini hanno appreso in maniera positiva anche il richiamo nei momenti più delicati della partita. Quando magari si alza il tono dalla panchina oppure in tribuna. E lì è compito nostro far capire ai bambini che quello è il momento di isolarsi dal resto e pensare al campo.
Che tipo di allenatore è? Come si definirebbe in una parola?
Appassionato, di calcio sotto tutti i punti di vista. Anche quello psicopedagogico. La mia figura è sempre in continuo movimento, cerco sempre di aggiornarmi, scoprire nuovi ambiti su cui lavorare. Amo dialogare con i bambini ed essere chiaro nei loro confronti. Devo dire che la correttezza educativa che dimostro, con poche regole, ma precise a loro viene apprezzata.
Come si allenano gli esordienti? Una categoria che fa parte della preagonistica e dove il risultato conta perciò meno.
Il risultato fa sempre piacere ma è la prestazione ad avere maggior importanza. Come si propongono i bambini e come reagiscono alle difficoltà. Poi il risultato positivo può far solo piacere, ma non è primario. Noi dobbiamo valutare la crescita del bambino calcisticamente ma non solo. Dobbiamo capire anche come i nostri affrontano la partita sotto il profilo nervoso. Entrando nello specifico, proponiamo attività sia individuali, molto più veloci – tocco palla, uno contro uno, controllo di palla – e invece quello di squadra cerchiamo di proporre di giochi di posizione. Il bambino migliora nella squadra. A me personalmente piace lavorare su campi di dimensioni ridotte per esempio perché mi permette di valutare la velocità di pensiero e l’intensità dello sforzo atletico dei miei bambini.
Cosa le è piaciuto di più della sua squadra fin qui? Cosa dovete ancora migliorare?
La serenità che si respira nello spogliatoio e la serenità di stare con bambini che non frequentano la stessa scuola. Molti bambini che vengono da pesi differenti e si ritrovano per affrontare la partita insieme. I miei bambini hanno sempre voglia di imparare e confrontarsi anche con gli avversari, e questo non può che darmi grandi soddisfazioni. Possiamo sempre migliorare, dobbiamo farlo sempre. A partire dall’ambito individuale per poi passare a quello di squadra. I bambini si applicano con molta voglia e questo è fondamentale per far sì che questo gruppo sia un’orgoglio per la nostra società.