Benvenuto Nicolò. Cominciamo da quello da cui non avremmo mai voluto cominciare. Sappiamo ormai tutti degli atti vandalici che ha subito lo stadio di Castellanza. Come ha reagito la squadra? Avete cambiato qualcosa in corsa, rispetto a come avevate preparato la partita?
Ci è dispiaciuto molto non poter giocare sul nostro campo anche se quello che è successo non ha fatto altro che caricarci per la partita con il Mariano. Certo, se avessimo giocato sul nostro campo, che conosciamo a memoria, avremmo fatto una partita diversa sia per via della conoscenza del campo ma anche per l’ambiente che si sarebbe creato. Potrebbero essere delle attenuanti però in effetti sappiamo che sarebbe stato così. In ogni caso, siamo scesi in campo come avevamo preparato la partita in settimana. Non è cambiato nulla anche se sicuramente giocare sul sintetico, più piccolo, ci ha un pochino limitato e far uscire la nostra differenza sul campo è stato più complicato. Gli avversari erano più avvantaggiati su questo perchè abituati a giocare su quel tipo di campo. Con i se però non si va da nessuna parte. Abbiamo forse un pò sottovalutato il fattore campo per l’orgoglio e la voglia di giocare, pensandoci un pò ci ha penalizzato ma non è una giustificazione.
Domenica, differentemente da altre partite ti abbiamo visto faticare un pò a livello fisico, ma come sempre non ti sei dato per vinto e hai continuato a trascinare il gruppo. Ora come stai?
Uno strappo, quello era il motivo del dolore che avevo in campo, ed è un problema che mi portavo dietro da tempo. Ho stretto i denti perchè la partita era fondamentale e adesso mi aspettano due settimane di riposo, anche se con l’Accademia Pavese non sarei comunque sceso in campo per via della squalifica. Per fortuna di mezzo c’è la sosta per recuperare. Ma per la partita in casa col Verbano ci sarò.
Pari domenica con il Mariano, mentre il Legnano perde proprio con il Verbano. Due punti persi o uno guadagnato?
A dire il vero c’è un pò di rammarico perchè ognuno dentro di sè sa che avremmo potuto vincere, era una partita da tre punti sulla carta. Ma noi stessi sappiamo anche che i pronostici valgono poco, sono fatti per essere smentiti proprio come abbiamo fatto noi da inizio stagione quando nessuno ci dava per favoriti. C’è rammarico per come abbiamo approcciato al primo tempo, ma direi un punto guadagnato anche alla luce di ciò che hanno fatto gli altri e per come si era messa.
Indubbiamente state attraversando un momento delicato della vostra stagione…
Sapevamo che sarebbero arrivati momenti difficili. Star sempre davanti non è semplice. L’andata è stata incredibile e sarebbe stato difficile ripetersi anche perchè eravamo una sorpresa. Oggi invece è per tutti motivo d’orgoglio batterci e le partite diventano più dure per noi. Se poi aggiungiamo gli infortuni e le squalifiche direi che ci sta un calo fisico. E ci sta anche che per i più giovani sotto pressione commettano qualche errore in più perchè il pallone ora scotta davvero. Soprattutto quando giochi contro squadre forti ci può stare il passo falso, se hai messo in cascina molti punti prima.
Sconfitta, ma mai ridimensionata la Castellanzese… C’è una partita in cui ti è rimasto l’amaro in bocca per come è andata?
Con la Varesina abbiamo perso al novantesimo, con il Legnano abbiamo sbagliato i primi venti minuti. L’unica che davvero ci ha messo in difficoltà è il Busto 81. Il rammarico più grande è quella di Lazzate, al di là degli errori arbitrali che ci possono stare. Quella più di altre partite, più della Varesina e delle partite con le grandi, brucia. Abbiamo perso la seconda partita di fila per una nostra ingenuità al novantesimo con un uomo in più. Forse dovevamo essere più bravi a capire che sarebbe bastato anche un punto. Che avrebbe fatto la differenza.
Tra le inseguitrici chi vi può rubare il sogno?
Le inseguitrici sono tutte forti. Quelle più attrezzate sono Fenegrò, Varesina e Legnano. Il Verbano è da applausi, ci somiglia molto. Non è tra le favorite ma fa sempre grandi campionati. E’ la prima che ci ha battuto e ci metterà in difficoltà sicuramente. Quella che più di tutte mi spaventa è il Fenegrò. La delusione invece è il Busto che pensavo più attrezzata di altre e da cui mi aspettavo molto di più.
Perchè la Castellanzese deve vincere questo campionato?
Dobbiamo vincere perchè lo meritiamo; perchè è giusto per questo gruppo e per questa società che ha fatto un lavoro grandissimo. E quando le cose si fanno bene i risultati arrivano.
Il momento più bello…
Al Mari quando abbiamo vinto là da loro. Vincere a Legnano e vedere il presidente in lacrime di gioia è stato incredibile.
Quando hai capito che questa squadra ce la può fare?
Forse lì, a Legnano, abbiamo capito di essere forti ma era ancora presto, c’era ancora tantissima strada da fare. Direi che la partita vinta con l’Alcione è stata fondamentale per il nostro cammino. In quel momento, sotto di due gol al primo tempo, sarebbe stato facile mollare e mandare tutto all’aria. Quando siamo rientrati negli spogliatoi, ci siamo guardati negli occhi e ho avuto in quel momento la conferma che tutti volevamo la stessa cosa: vincere il campionato. Siamo scesi in campo e abbiamo ribaltato la partita. In quel momento ho avuto la certezza che questo gruppo ce la può fare.