CASTELLANZA (VA) – Crederci è l’imperativo. Perché con un campionato così, con una Castellanzese così ogni desiderio è più che lecito. Con un roboante 5-1, tutto confezionato nei primi quarantacinque minuti, i ragazzi di Mister Mazzoleni tornano in vetta. E si godono il primo posto solitario in attesa che il Gozzano recuperi a Borgosesia, in attesa di riaprire di nuovo i cancelli della “Mirabilandia del Gol”, tra quattro giorni a Bra, ce lo auguriamo.
Ci sono cinque buoni motivi per apprezzare novanta minuti come questi. Il primo ce lo fornisce Mario Chessa dopo sei giri di lancette. La palla è alta lui prova a mirare l’angolino in rovesciata, colpisce e trova il braccio di Conrotto. E’ penalty, è il primo sigillo di giornata di Super Mario. Il secondo, se lo inventa capitan Colombo che si fionda sulla scodellata di Fusi, sorpassa l’estremo difensore del Chieri e scarica in porta il raddoppio, quattordicesimo sigillo personale in stagione. Su un campo così, con una Castellanzese questo è solo l’inizio.
Il terzo e il quarto buon motivo portano ancora la firma del 7. Che da due passi non perdona, di nuovo. Il tris è servito. Poi ancora palla dentro per lo scatto del Mago neroverde, che fulmina la difesa azzurra in velocità e supera in lob Marenco per la quarta volta, terza personale oggi. Il pallone della gara sarà di nuovo suo.
Il quinto buon motivo per apprezzare questi novanta minuti ce lo porta Pietro Fusi, il cui rendimento non fa altro che salire nelle ultime settimane. E così anche il 10 sale verso l’area piccola. E’ lui l’unico a crederci e a fiondarsi sul pallone del pokerissimo. Che gli consente la prima gioia stagionale, la seconda con la Castellanzese. Non siamo nemmeno al 40′ ed è già 5-1. Sì, perché il Chieri un tentativo di rimonta lo fa e parte dai piedi di Gerbino che, ancora una volta da titolare, si carica sulle spalle e sul destro la squadra intera. E la piazza nell’angolino basso dove Indelicato può ben poco. Ma con una Castellanzese con la beast-mode attivata, e qualche legno colpito, è veramente tutto vano.
Alessio Colombo
