Ci sono momenti e momenti. Ed in un momento come questo, così delicato, vale la pena ascoltare la voce di uno degli uomini di esperienza di un gruppo indissolubile. Lui ha le spalle larghe, in grado di reggere da solo il peso della difesa o all’occorrenza della mediana neroverde. E a volte di togliersi lo sfizio del gol. Lui è una colonna portante di questa Castellanzese. Che è sempre più vicina al sogno. Ma può capitare un momento negativo da cui rialzarsi subito. Come fare? Chiedere a Matia Mantegazza.
Benvenuto Matia. Non è un caso che dopo una domenica così complicata la scelta del personaggio da intervistare sia ricaduta su di te che sei di uno dei giocatori più esperti della squadra. Come avete reagito alla sconfitta col Legnano?
La partita è stata strana e anche noi siamo stati pericolosi. Però dal risultato sembra una disfatta. Che noi abbiamo presa con serenità, siamo andati avanti ugualmente. Insieme abbiamo visto gli errori e ci siamo parlati, senza fare drammi. Il 3-0 no però una sconfitta poteva essere messa in preventivo, poteva succedere. Ma direi che siamo pronti per domenica. Forse loro sono entrati in campo con più attenzione. E noi dopo le tre partite di fila eravamo anche un pochino provati mentalmente. Di certo potevamo fare di più anche erchè perdere un derby fa male, ma nulla è perduto.
Nell’ultimo periodo avete faticato un pò negli scontri diretti cosa non è andato?
Gli scontri diretti all’andata sono stati favorevoli, al ritorno no. E’ stata brutta questa ultima sconfitta, ma abbiamo analizzato insieme gli ultimi gol presi e molti li abbiamo concessi noi con errori individuali. Sono infortuni tecnici che possono capitare nell’arco di una partita e di una stagione. Non sono errori di reparto e nemmeno di squadra, in quel caso sarebbe stato un vero problema. Cerchiamo solo di stare più attenti.
Quale sarà la partita decisiva secondo te?
Domenica sarà decisiva, una partita fondamentale su un campo complicato. Arriviamo da una sconfitta e se facciamo vedere che riusciamo a vincere anche lì, daremo una bella scossa.
Quando hai realizzato che questo gruppo poteva realizzare qualcosa di grande?
Dopo la partita con il Varese mi hanno fatto la stessa domanda. Non credo di essermi reso conto nemmeno ora però posso dire che qui non c’è quella frenesia e lo paura di dover vincere. Siamo liberi ed è questo il nostro segreto: essere un pò incoscienti. Stiamo vivendo allo stesso modo di quando abbiamo cominciato. E anche staff e la dirigenza ci sono sempre vicini, ma voglio elogiare soprattutto i giovani. Merito a loro che sono molto intelligenti che capiscono quando li sproni, capiscono le situazioni.
Ti abbiamo visto in più ruoli quest’anno. Dove ti trovi meglio?
Sono centrocampista, ma da un paio d’anni sono arretrato per necessità. Per impostare da dietro. Anche se poi in mezzo tocchi più palloni e, personalmente ci si diverte maggiormente. Dietro faccio meno fatica.
Scegli una squadra che più delle altre potrebbe mettervi in difficoltà.
Avevo sempre pensato al Fenegrò, però è molto più complicato perchè ci sono molti scontri diretti. Abbiamo noi il destino nelle nostre mani. Direi che la più forte che mi è piaciuta è il Busto per la sua compattezza. Mi ha impressionato di più rispetto alle altre.
Conoscevi già il mister. Quanto vi può dare un allenatore come lui?
Il mister e i suoi collaboratori tengono tantissimo al gruppo. Nessuno deve essere scontento, tutti devono essere sereni, tutti con le stesse possibilità. Il mister riesce a gestirci bene. E’ stato bravo a dialogare con noi e a trovare una soluzione per alternarci senza nessun problema da parte di nessuno. Poi calcisticamente parlano i risultati. Come persona lo conoscevo meno, ma ho trovato un uomo con cui poter parlare.
Gli obiettivi di Matia Mantegazza…
Il mister mi ha chiesto se volevo seguirlo in questa nuova avventura. Spero di essere riuscito a dare una mano ai giovani, giocando bene. Se al termine della stagione sarò riuscito a fare questo potrò dirmi contento e soddisfatto.