#StorieNeroverdi: Tutta colpa di un cane

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Gli anni ruggenti del calcio italiano e quel titolo nazionale sfumato per colpa di un tifoso quattro zampe

Dicono che il cane sia il migliore amico dell’uomo. In effetti è vero… ma se a farne le spese fosse un’intera squadra di calcio?

L’Italia del pallone fa boom! Ma non stiamo parlando del miracolo economico. 1934-1938 sono due date che calcisticamente vanno rigorosamente pronunciate insieme. Un quadriennio in cui gli azzurri di Re Mida, Vittorio Pozzo, riuscirono in un’impresa senza precedenti: alzare per due volte consecutive in due edizioni la Coppa del Mondo, meglio conosciuta all’epoca con il nome del proprio ideatore, il francese Jules Rimet.

Il bel Paese aveva finalmente trovato i propri eroi del pallone. Chi non tentò almeno una volta di scagliare in rete un pallone, di cuoio o pur messo insieme con qualche calza inutilizzata, con le stesse acrobazie di Silvio Piola? E anche in quel di Castellanza si viveva dello stesso entusiasmo travolgente.

Fu la formazione di Castegnate, località adagiata sulla sponda sinistra dell’Olona a dare maggior filo da torcere ai neroverdi, reduci da una decade di fiorente attività sportiva. ‘I mal tra insema’, così si facevano chiamare Pierino Borgis & Co, guadagnarono le luci della ribalta degli Anni Trenta con i loro roboanti successi, generosamente finanziati dal Sig. Ferrario, mercante di vini saronnese. Giunsero addirittura, nel 1938, alla finale di quel campionato sui generis cui aderirono detto dei “Liberi”, poiché privi di iscrizione alla Figc.

L’ultimo atto fu contro il Fagnano. In palio: il titolo di campioni d’italiano, ma l’incontro fu sfortunatamente sospeso. Perché? Dovete sapere che il Pierino Borgis, capo carismatico dell’undici di nero vestito, aveva un grosso cagnolone, seduto sugli spalti ad ammirare le gesta del proprio padrone, che durante la gara fu spintonato da un avversario. L’episodio scatenò l’istinto protettivo del tifoso a quattro zampe che con uno scatto fulmineo – alla Giuseppe Meazza, avrebbero detto i calciofili – fuggì la stretta della ragazza che lo teneva al guinzaglio e si gettò in campo per soccorrere il Borgis. Un suo compagno, il Rabolini, che gli stava accanto, richiamò l’animale nel tentativo di salvare l’insalvabile. Nessun ferito, ma ‘i mal tra insema’ furono costretti a dire addio ai sogni di gloria. Il titolo fu assegnato agli avversari.

Chissà cosa avrebbe pensato di lui Pickles, il cane investigatore che nel ‘66 guidò le indagini e recuperò la Coppa del Mondo vinta dagli inglesi. Se non altro il nostro amico, tutto genio e sregolatezza su quattro zampe, un’orma indelebile nella storia del calcio l’ha lasciata.